Riparazione di una forcella bici anni ’20

Un danno abbastanza frequente nelle bici degli anno ’20 è la rottura del tubo della forca. Riparazione che si rende necessaria anche quando la filettatura risulta usurata e non consente più il montaggio della serie sterzo.

In questo caso la rottura si è verificata alla base del tubo, in prossimità della testa forcella.

Il Primo intervento, una volta eliminato il tubo danneggiato, è stato quello di tornire un tubo di acciaio da inserire in un nuovo tubo prelevato da una vecchia forca “donatrice” così da rendere più resistente la forcella riparata.

   

Nel tubo della forca donatrice sono stati praticati dei fori per favorire l’entrata e il propagarsi della lega di brasatura, il”Castolin”, e assemblati in maniera solidale i due pezzi.

Infine, dopo un accurata piazzatura per mettere in squadra il tubo con la testa della forcella si è proceduto alla saldatura.

Questo il risultato finale.

 

 

Un restauro impegnativo. Alcyon anni ’20.

Devo dire che quando ho acquistato questa bici avevo molti dubbi sull’esito del restauro, ma era pur sempre una Alcyon, secondo me la più bella francese degli anni ’20, e dovevo provare a recuperarla. Il restauro è durato quasi due settimane. Soltanto smontarla, visto le incrostazioni di ruggine presenti dappertutto, è stata un’impresa. L’intervento più complicato è stato quello sul telaio: l’obbiettivo era far rifiorire lo splendido celeste Alcyon. Tanta pazienza, ma alla fine il risultato è andato al di là di ogni aspettativa.

Questo è stato uno dei restauri che più mi hanno dato soddisfazione. Veder rifiorire sotto le mie mani questa piccolo pezzo di storia del ciclismo è stato entusiasmante.

Restauro di un telaio Squadra Corse Carpano realizzato da Giuseppe Pelà

Vi presento il restauro, eseguito presso la nostra officina, di un bellissimo telaio realizzato dal maestro Giuseppe Pelà per la Squadra Corse Carpano.

Fortunatamente il telaio era integro e non presentava particolari problemi. Abbiamo eseguito una sabbiatura con corindone per non alterare il metallo, cromature e verniciatura con colori originali come da una Carpano conservata.

Heinrich, proprietario della bicicletta, ha completato l’opera con un montaggio impeccabile.

Bici ritrovate. U. Dei Marca Oro 1937, Legnano Roma 1947

Vi presento due eccezionali ritrovamenti. Una U. Dei del 1937 e una Legnano Roma del 1947.

La U. Dei in particolare è conservata in modo fantastico. Acquistata prima della guerra è stata appesa in una soffitta e lì è rimasta fino ad oggi. Verniciatura e cromature perfette, è bastato smontarla e ingrassare tutti i movimenti per renderla perfettamente pedalabile. Completa in tutto, così come era stata acquistata più di ottanta anni fa, dopo una consistente pulita per togliere la polvere accumulata nel tempo, è tornata a splendere nella sua bellissima e elegante livrea rosso verde.

La legnano Roma invece, mostra tutti i segni delle battaglie che ha vissuto. Ma proprio per questo ha il fascino del vissuto e del conservato. Completa in ogni sua parte, è stato necessario solo sostituire le leve dei freni, delle originali era rimasta solo una, l’altra spezzata. Pulita nelle sue linee con il cambio Campagnolo Corsa questa bici rappresenta un pezzo importante del ciclismo italiano.

Umberto Dei Marca Oro 1937

Legnano Roma Cambio Corsa 1947

 

SULLA CRESTA DELL’ONDA Gastone Nencini e quel 1960

Il 1960 fu un anno fondamentale per Gastone Nencini, da tutti i punti di vista, non solo sportivo ma anche umano. Vince il Tour de France, prima di lui solo Bottecchia, Bartali e Coppi si erano aggiudicati la Grand Boucle, sfiora il successo al Giro d’Italia, che gli sfuggirà per soli 28 secondi, e conosce l’amore della sua vita Maria Pia. L’amore trovato e l’attesa del suo primo figlio gli daranno quella serenità e quella carica interiore per ottenere quei successi, primo tra tutti il Tour, che lo consacreranno come il campione che conosciamo. In questo libro un vecchio giornalista, che nel 1960 aveva seguito come reporter quel Tour, racconta ad un giovane collega la storia e i protagonisti di quell’edizione, la tragedia della caduta di Roger Rivére, il controverso rapporto tra Binda e Gastone Nencini e quello tra la maglia gialla e i compagni di squadra, il “giallo” che si cela dietro la famosa stretta di mano tra Charles De Gaulle e il campione toscano. Parallelamente viene narrata la storia d’amore tra Gastone e Maria Pia, una storia d’amore “clandestina”, in una Firenze popolare ormai scomparsa. Nel libro sono pubblicate le lettere che Gastone Nencini scriveva dal Giro d’Italia e dal Tour de France a Maria Pia, che ci restituiscono il ritratto inedito di un uomo dolce e innamorato.

Eroica 2019

209 km sono tanti! Sulle strade dell’Eroica sono anche di più! Seppur in un percorso magnifico, i lunghissimi sterrati, le salite durissime e la polvere fanno della corsa di Gaiole una prova che spinge al limite corridori e biciclette . Si parte con il buio, di notte, e si arriva con il buio. Ci vogliono le gambe ma anche la testa per stare quasi 15 ore in bicicletta! Se poi si pedala con bici degli anni ’20 giroruota che montano rapporti come il 44/46 x 22, allora l’impresa diventa veramente Eroica. Quindi complimenti a chi è arrivato a Gaiole. In particolare agli amici Federico, Lorenzo, Paolo, Daniele e Bill che hanno concluso la corsa provati ma felici di essersi misurati in questa prova così difficile.

A noi, che non abbiamo pedalato, rimane la piccola soddisfazione che le bici che abbiamo preparato per l’Eroica sono arrivate sotto lo striscione di Gaiole senza problemi e, con la polvere di quelle strade, più belle di prima.

 

Gastone Nencini Photo Gallery

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PALMARES GASTONE NENCINI

1955

23 maggio TAPPA GIRO D’ITALIA

26 maggio TAPPA GIRO D’ITALIA

1956

28 luglio TAPPA TOUR DE FRANCE

5 agosto TRE VALLI VARESINE

1957

23 marzo GIRO DELLA PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA

9 giugno GIRO D’ITALIA

7 luglio TAPPA TOUR DE FRANCE

16 luglio TAPPA TOUR DE FRANCE

1958

28 maggio TAPPA GIRO D’ITALIA

6 giugno TAPPA GIRO D’ITALIA

15 giugno OMEGNA

14 luglio TAPPA TOUR DE FRANCE

1959

G. P. CICLOMOTORISTICO

24 maggio TAPPA GIRO D’ITALIA

1960

22 febbraio G.P. Nice

22 marzo TAPPA GENOVA ROMA

23 maggio TAPPA GIRO D’ITALIA

28 maggio TAPPA GIRO D’ITALIA

17 luglio TOUR DE FRANCE

 

Nuova vita per la Bianchi Tour de France!

Bianchi Tour de France 1953Abbiamo acquistato questa bellissima Tour de France da un privato a Firenze. Certo che quando l’ho portata a casa la bici non era nelle sue condizioni migliori, scrostata, arrugginita, bloccata in molte delle sue componenti. Ma fortunatamente completa in ogni sua parte, fino all’ultima vite! Mi ha raccontato il vecchio proprietario che questa bici fu acquistata da suo padre nei primi anni ’50 per fare un regalo a suo fratello. Andarono a prenderla insieme alla fine di una corsa che si svolgeva nella provincia di Firenze, e fu scaricata direttamente dall’ammiraglia della Bianchi dal meccanico della squadra, amico del padre. Il signore ricorda ancora con emozione che alla scena assistè Fausto Coppi che aveva appena terminato la gara!

Dopo aver smontato il telaio lo abbiamo sverniciato, sicuramente era stato già riverniciato negli anni 60, e controllato la sua integrità. Una volta ripulito e lucidato le vecchie cromature, tornate a splendere come per incanto, abbiamo portato a verniciare il telaio da un esperto e appassionato artigiano. Nel frattempo con lana d’acciaio finissima e varie paste abrasive abbiamo ripulito tutti i pezzi. Quando effettuiamo un restauro integrale che prevede la riverniciatura del telaio, preferiamo non intevenire sulle componenti procedendo a una nuova cromatura ma semplicemente ripulendole. In questo modo il risultato finale è sicuramente migliore rispetto ad un restauro totale, mantenendo il giusto “sapore” di vissuto alla bici.

Alla fine il tutto è stato riassemblato. Uniche parti nuove i cavi dei comandi, le guaine e i pattini dei freni.

Ora la Tour de France è pronta per tornare a correre nel vento e a fare felice qualche appassionato di questo marchio che rappresenta un pezzo di storia del ciclismo di tutti i tempi.

BICI VINTAGE NEL DNA scritto da Lisa Bartali

E’ un pomeriggio di maggio e finalmente riesco a ritagliarmi un paio d’ore per conoscere la nuova attività di Giovanni Nencini, figlio di Gastone Nencini. Bikes Retrò è un negozio-officina dedicato alle bici vintage, situato a Calenzano, alle porte di Firenze. Niente è al caso: ci ritroviamo entrambi a riprendere in mano le antiche passioni di famiglia. E oggi rispolveriamo quel legame di amicizia e stima che ci fu tra due grandi, Nencini e Bartali.

Anche grazie ai consigli di mio nonno Gino, Gastone Nencini divenne un campione, arrivando a vincere un Giro d’Italia e un Tour de France. Nencini, il “Leone del Mugello”, cominciò a correre nel 1953, quando mio nonno era già a fine carriera. Tra i due, entrambi uomini di campagna e dal carattere forte, nacque un’amicizia sincera. Fin da subito Gino divenne un supporto tecnico e morale per il giovane promettente Gastone, che proseguì la sua carriera ciclistica fino al 1965.

E’ tempo per Giovanni di riprendere in mano un’eredità in sospeso: la passione per la bici coltivata da ragazzo nell’officina del padre. “Lavoravo come meccanico di biciclette insieme a mio padre” mi racconta Giovanni mentre mi accomodo nel suo luminoso negozio “ma dopo la sua morte prematura, a 49 anni, ho lasciato la ciclo-officina e mi sono inserito in una grande realtà aziendale, la Richard Ginori. Da tempo sentivo la necessità di una svolta lavorativa e di recuperare a pieno la passione per la bicicletta”

Bikes Retrò accoglie i clienti con una splendida collezione di bici vintage anni ’20 e ’30.

Una dozzina di biciclette di ferro, essenziali e distinte, sono allineate lungo la parete in legno che smorza i tanti anni di storia. “La mia vera passione sono le bici anni ’20. Queste esposte in negozio, tra cui Peugeot, Automoto e Alcyon, sono state accuratamente restaurate e ora sono in attesa di un nuovo proprietario!”Dal lato opposto della sala si salta un paio di decenni e forse più, arrivando alle Cinelli, Bianchi, Masi, Colnago, Bottecchia, Legnano degli anni ’60 e ’70. Un angolo è dedicato ai costruttori fiorentini : Pinzani, Cozzi e Montelatici. I miei occhi non sanno dove guardare, tante sono le bici e tutte curatissime. All’improvviso mi sorge una domanda puntigliosa:

_”E di Bartali, non ne hai?”

_”Sì, ho una Bartali da corsa anni ’50 sotto restauro!”

Appurato ormai che le bici Cicli Bartali non sono molte in circolazione (il marchio è sempre rimasto in un circuito di nicchia) la nostra conversazione si concentra sulle attività del Bikes Retrò.

Col tempo le bici passano di mano in mano. Chi cambia i pedali, chi il manubrio… e lo stile si perde, si trasforma. Per il mercato dei collezionisti di bici d’epoca, ancora fiorente in tutto il mondo, è necessario essere accorti e fare tanta ricerca. Ci sono anche clienti meno esigenti, anche se esperti, che vogliono cimentarsi nelle ciclo-storiche. La passione vintage, ormai matura in Italia, si sta spostando sempre più all’estero. Tanti sono gli appassionati in Germania e in Inghilterra. Anche il Giappone non è da meno. Lì vanno pazzi per Pinzani e Cinelli, e amano collezionare le componenti meccaniche come deragliatori, rocchetti e corone.

Tra i miei clienti ci sono anche alcune donne che si stanno interessando alle bici d’epoca. Le donne sono molto più esigenti degli uomini, in particolare sono attentissime agli abbinamenti colore.” Aderire alle ciclo-turistiche d’epoca o, per conto proprio, sperimentare una corsa con bici vintage, permette di riappropriarsi dell’utilizzo della bicicletta in modo spontaneo e non competitivo.

Pedalare vintage è condividere fatiche ed esperienze, sedersi a tavola e scambiarsi i racconti della corsa appena terminata. Senza l’ansia per il risultato pedalare diventa gioia e puro divertimento. A volte una sfida si, ma solo verso se stessi e gli obbiettivi che ci poniamo

Adesso siamo qui, Nencini e Bartali, con un DNA testardo pronti a rimettersi in gioco. Vedo uno scintillio negli occhi di Giovanni quando si torna a parlare di Gastone: un padre che, come mio nonno Gino, non ha mai spronato i figli a diventare ciclisti. Ma la grande passione, durata una vita, è difficile da tenere a distanza. “Quando lavoro su una bicicletta, mi tornano in mente le dritte che mio padre mi dava mentre montavo un pezzo o l’altro.”

Sorseggio il caffè, quando il mio sguardo si posa sulle maglie vintage, in vendita oltre che in negozio anche nello shop on line di BikesRetrò. E’ già ora di andare, e stringendoci la mano un’ondata di energia positiva si libera nell’aria. Non c’è cosa migliore di quando ci si impegna in un lavoro che combacia con la nostra passione, e che a volte ci fa tornare gli occhi lucidi.

HENRI CARTIER-BRESSON, “OCCHIO DEL SECOLO”

Henri Cartier-BressonHenri Cartier-Bresson (Chanteloup-en-Brie,22 agosto 1908 – L’Isle sur la Sourge, 3 agosto 2004) è stato uno dei più grandi fotografi del XX secolo ed è considerato un pioniere del fotogiornalismo, tanto da meritare l’appellativo di ”occhio del secolo”. Autore di scatti indimenticabili, è stato anche regista e pittore. Durante la sua carriera hanno posato davanti al suo obbiettivo personalità come Albert Camus, Truman Capote, Coco Chanel, Marylin Monroe, Martin Luter King, Henri Matisse, Jean- Poul Sartre.

Anche Henry-Cartier Bresson, come altri grandi fotografi del suo periodo, è rimasto affascinato dal mondo del ciclismo. Questi scatti fanno parte di un suo reportage al Velodrome d’Hiver a Parigi negli anni ’50. Anche in quest’occasione ha colto magistralmente, e come sempre, l’istante decisivo della vita dei pistard, del pubblico, e dell’entourage dei corridori.